Il cervello è lento al risveglio?
Colpa di alcune aree più pigre
La zona posteriore (analisi delle informazioni sensoriali) presenta un'attività elettrica tipica del sonno
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(Corbis) |
AREE POSTERIORI - Lo studio ha quindi dimostrato che le aree posteriori coinvolte nell'analisi e integrazione delle informazioni sensoriali sono quelle che continuano a presentare un'attività elettrica sincronizzata tipica del sonno, come se fossero le più lente a svegliarsi. «Tutto è iniziato molti anni fa - spiega Luigi De Gennaro, coordinatore della ricerca -, quando abbiamo iniziato lo studio sistematico della fase in cui ci si addormenta e il risveglio. L'idea di base, si potrebbe semplificare, era che le diverse aree cerebrali non si addormentassero e svegliassero tutte allo stesso tempo. La persistenza di un funzionamento cerebrale in specifiche regioni ancora tipica di un individuo sveglio (mentre è addormentato) o quella ancora tipica di un individuo che dorme (al risveglio), avrebbe spiegato una serie di fenomeni comunemente sperimentati, per esempio le allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche». La scoperta presenta prospettive potenziali per tutte le professioni che richiedono una rapida operatività (vigili del fuoco, operatori sanitari di pronto soccorso, forze dell'ordine, ma anche astronauti e militari impegnati in guerra). «Si potrebbe immaginare un sistema di sensori elettroencefalografici (Eeg) - ipotizza De Gennaro - che determini nelle singole regioni cerebrali il livello critico per garantire adeguate prestazioni. Le attuali tecnologie consentono ormai di miniaturizzare i tradizionali Eeg, garantendo una scarsa intrusività di questi strumenti, così da renderli compatibili con lo svolgimento delle singole attività professionali». (Fonte: Adnkronos)
01 marzo 2011
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