lunedì 31 gennaio 2011

Notizie: Depressione, junk-food sotto accusa Troppi grassi fanno male all'umore

Posto un articolo interessante tratto dalla Repubblica del 28 Gennaio 2011


ROMA - Lo chiamano 'cibo spazzatura' e non è un caso. Panini, hamburger, patatine e salse di ogni tipo sono alimenti che se consumati in eccesso non solo fanno ingrassare, ma possono anche indurre il rischio di depressione. A sostenere che gli effetti negativi del junk food non si limitino ai chili di troppo, all'aterosclerosi ed alle malattie cardiache è uno studio spagnolo pubblicato sulla rivista Plos One. I ricercatori dell'Università di Las Palmas di Gran Canaria hanno rilevato che chi consuma molti grassi trans vede aumentare fino al 48% il rischio di sviluppare la depressione.

Per verificare il legame tra cattiva alimentazione e depressione i ricercatori hanno seguito per undici anni 12.059 volontari. In particolare ne hanno analizzato la dieta, lo stile di vita e le malattie. Con un questionario, convalidato telefonicamente, hanno stimato l'assunzione di grassi insaturi trans, acidi grassi monoinsaturi e grassi da cucina, come olio d'oliva, olio di semi, burro e margarina. Durante il follow up dello studio, una specie di periodo di verifica durato sei anni, sono stati rilevati 657 nuovi casi di depressione. E tra chi aveva consumato molti acidi trans - più dello 0,6% dell'apporto calorico giornaliero - il rischio di sviluppare la depressione era cresciuto fino al 48 per cento.

"Negli ultimi anni  -  dice Almudena Sánchez-Villegas, coordinatrice della ricerca - abbiamo assistito a un aumento 
dell'incidenza dei disturbi depressivi che è andato di pari passo con un cambiamento radicale delle abitudini alimentari, ottenuto con l'introduzione nella dieta di molti grassi insaturi. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare proprio il modo in cui la dieta e i vari sottotipi di grasso possono incidere sul rischio di depressione". il team non ha invece riscontrato alcuna associazione tra lo sviluppo del male e il consumo di olio d'oliva e di grassi 'sani', quei cibi cioè tipici di una dieta mediterranea ricca di pesce, frutta, verdura.

"Abbiamo rilevato - dice Sánchez-Villegas  -  che questo tipo di grassi sani sono associati a un minor rischio di sviluppo della depressione. Ma lo stesso discorso non si può fare per i grassi tipici proprio del junk food". Gli effetti di grassi trans sul tono dell'umore, dicono i ricercatori, dovrebbero però essere approfonditi con uno studio sugli americani: nelle abitudini alimentari Usa, infatti, circa il 2,5 per cento dell'apporto energetico deriva da grassi trans, principalmente contenuti in  alimenti artificiali.
(28 gennaio 2011)

lunedì 24 gennaio 2011

La coppia: tra innamoramento ed amore


Quando parliamo di amore ci chiediamo cosa sia l'amore?
Che differenza ci sia tra amore ed innamoramento?
Quali le caratteristiche di una "buona coppia"

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mercoledì 19 gennaio 2011

Salute & Espressione delle Emozioni

Ci fa bene esprimere le nostre emozioni?
Che rapporto vi è tra emozioni e salute?

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martedì 18 gennaio 2011

Notizie - L'origine dell’empatia: a 7 mesi bambini già «consapevoli dell’altro»

Ecco una notizia interessante trovata su Repubblica.it

L'articolo originale è reperibile al seguente link:
http://salute24.ilsole24ore.com/articles/12428-l-origine-dellempatia-br-a-7-mesi-bambini-gia-br-consapevoli-dellaltro



Empatici a sette mesi: i bambini di questa età sarebbero già in grado di riconoscere il punto di vista altrui e immedesimarsi nelle vicissitudini degli altri. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Science dai ricercatori della Hungarian Academy of Sciences di Budapest (Ungheria), i cui risultati contrasterebbero con l’idea, finora generalmente accettata, secondo cui la “consapevolezza dell’altro” non avrebbe origine prima del compimento dei quattro anni.
Nel corso dell’esperimento, i ricercatori hanno osservato le reazioni di 56 bambini di sette mesi, mentre assistevano alla proiezione di un cartone animato, nel quale il protagonista osservava il movimento di una palla che, in base alla scena, si bloccava dietro un rettangolo - venendone nascosta -, o rotolava lungo un tavolo fino a sparire. Gli esperti hanno constatato che i bimbi prestavano maggiore attenzione quando le immagini mostravano un risultato inatteso e sorprendente per il protagonista, mostrando la sua stessa reazione: ciò dimostrerebbe che i soggetti tendevano ad assumere il punto di vista del personaggio raffigurato, non soltanto il loro.
“I risultati dimostrano l’esistenza di una ‘primaria’ consapevolezza degli altri, già in bambini così piccoli”, afferma Ágnes Kovács, che ha guidato lo studio.

sabato 15 gennaio 2011

La dipendenza affettiva.


La dipendenza non è generata solo ed unicamente da sostanza, ma anche da relazioni che l’individuo instaura con il suo ambiente circostante.

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giovedì 13 gennaio 2011

Notizie - Cocaina, vaccino dal virus del raffreddore impedisce che la "scossa" arrivi al cervello



Posto di seguito un articolo molto interessante trovato sulla "Repubblica" dell' 11 Gennaio 2010 nella sezione salute.


ROMA - Promette di liberare le persone dalla schiavitù della cocaina il vaccino sperimentato con successo sui topi dai ricercatori della Weill Cornell Medical College di New York City. La sostanza sarebbe in grado di neutralizzare i principi attivi della sostanza e, secondo la rivista Molecular Therapy 1, lo fa grazie alla sua particolare composizione. Il siero infatti combina frammenti del virus del raffreddore a una molecola che 'imita' l'azione della sostanza stupefacente e questo 'mix' riesce a stimolare la produzione di anticorpi utili a eliminare gli effetti della cocaina. In altre parole, la risposta immunitaria prodotta dal vaccino impedisce alle molecole della cocaina di raggiungere il cervello, prevenendone dunque gli effetti. L'efficacia dura per 13 settimane.

"I nostri dati  -  dice Ronald Crystal, presidente e docente di medicina genetica al Weill Cornell Medical College  -  dimostrano che siamo in grado di proteggere i topi dagli effetti della cocaina". La ricerca per ora ha riguardato soltanto delle cavie da laboratorio, ma gli studiosi prevedeono di tentare la sperimentazione anche sugli uomini, sperando di poterla estendere in futuro anche al trattamento di altre dipendenze, come quella da nicotina, da eroina e da altri oppiacei.

"Non è la prima volta che si tenta la strada dell'immunizzazione nei confronti della cocaina - ricorda Crystal - ma questo è il primo approccio che probabilmente non richiederà sforzi eccessivi nella messa a punto del vaccino. E, per questo, probabilmente potrà rapidamente essere testato sull'uomo".
 
La novità di questo trattamento è rappresentata proprio dalla composizione del siero. Bisogna ricordare che il sistema immunitario umano non riconosce la cocaina come un "nemico", qualcosa da distruggere. I ricercatori per questo hanno "scisso" l'adenovirus (ovvero il virus del raffreddore), recuperandone la parte che scatena la risposta immunitaria, scartandone invece i componenti che trasmettono la malattia. Una volta isolata, questa "parte buona" del virus è stata combinata con una molecola simile a quella della cocaina, ma più stabile.

In questo modo, quando la sostanza stupefacente entra in circolo, l'agente infettivo (il virus) fa scattare l'allarme, il sistema immunitario riconosce la cocaina come un intruso e aziona le difese, impedendo che il principio attivo della droga arrivi al cervello. Sui topi l'effetto era evidente: le cavie vaccinate erano molto meno eccitate e iperattive.

Già nel 2009 uno studio pubblicato su Archives of General Psychiatry 2 rilevava come la profilassi fosse in grado di ridurre la dipendenza da questa droga. Anche il vaccino messo a punto dai ricercatori della Yale University School of Medicine riusciva nel suo scopo perché agiva sul sistema immunitario, stimolando la produzione di anticorpi in grado di riconoscere questa droga nel sangue. Solo il 38 per cento dei vaccinati, però, ha prodotto livelli di anticorpi sufficienti a inibire la cocaina e a ridurre in modo significativo gli effetti provocati. Inoltre, tra coloro in cui ha funzionato, gli anticorpi sono rimasti nell'organismo per soli due anni.

La sperimentazione di questo vaccino doveva arrivare anche in Italia, ma è stata sospesa proprio nei giorni scorsi. Lo stop, spiega il capo del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del consiglio, Giovanni Serpelloni, è dovuto al fatto che la multinazionale che produce il vaccino non ha ritenuto soddisfacenti i risultati ottenuti dalla sperimentazione già fatta negli Usa. "È un vero peccato - dice Serpelloni  -  perché ancora una volta viene penalizzata la ricerca e si nega la possibilità di avere un presidio in più contro le dipendenze".

La cocaina resta una delle droghe più diffuse in Italia e in Europa. Quasi 14 milioni di adulti europei (tra i 15 e i 64 anni) hanno provato la cocaina nella loro vita e circa 4 milioni l'hanno consumata nell'ultimo anno. Il consumo di cocaina è particolarmente alto in Danimarca, Irlanda, Spagna, Italia e Regno Unito. A dirlo è la Relazione annuale 2010 dell'Osservatorio europeo delle droghe 3 e tossicodipendenze. Il consumo tra i giovani adulti (15-34 anni) andava dal 2,9% dell'Italia al 6,2% del Regno Unito."
(  © RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 7 gennaio 2011

Notizie - SALUTE: PSICOLOGI IN FARMACIA; ORDINE E-R, AMPLIARE PROGETTO

Posto un articolo molto interessante sulla professione di psicologo e su nuovi sviluppi possibili:

L'articolo originale si trova al seguente link "http://www.ansa.it/salute/regionali/emilia/20100712164535112120.html"

(ANSA) - BOLOGNA, 12 LUG - L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna valuta positivamente il progetto dello 'Psicologo in farmacia', promosso per la prima volta un anno fa dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia e ripreso da qualche mese a Bologna su iniziativa dell'istituto Eric Fromm e di Ascomfarma, ma lancia l'idea che venga programmato a livello regionale da tutti gli attori coinvolti nella tutela della salute. ''L'iniziativa risponde a un bisogno attuale e crescente in un momento storico complesso: non e' un mistero che i problemi economici, la precarieta', la perdita di lavoro catalizzano un disagio che puo' diventare anche psicologico'', commenta la presidente dell'Ordine dell'Emilia-Romagna, Manuela Colombari, secondo la quale ''nel diffuso interesse mostrato dalla cittadinanza si coglie quanto sia forte, nei momenti di crisi, il bisogno di ascolto e sostegno. Si tratta spesso di bisogni nuovi, non sempre e non solo individuabili in specifiche patologie, che devono venire intercettati con modalita' altrettanto nuove rispetto a quelle oggi a disposizione dei cittadini''. Colombari sottolinea tra l'altro che la riduzione dei finanziamenti statali costringera' le regioni a ridurre ulteriormente le spese per la politica sanitaria: ''Un ostacolo in piu' perche' il servizio pubblico, che gia' conta su un numero limitato di psicologi, possa fornire una risposta celere ed adeguata ai cittadini''. Secondo la presidente, la scelta della farmacia come luogo d'incontro tra domanda e offerta di aiuto psicologico risponde a questa esigenza di innovazione: ''E' un luogo di accesso immediato e veloce per il pubblico, oltre ad essere un nodo fondamentale della rete della salute. Spesso la farmacia viene percepita dal cittadino come garanzia della qualita' e dell'efficacia dell'intervento''. Per queste ragioni l'Ordine propone che l'iniziativa venga ampliata su tutto il territorio regionale, anche grazie alla possibilita' offerta da psicologi che in ogni provincia potrebbero mettere a disposizione a livello gratuito parte del loro tempo. (ANSA). COM-GIO
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