giovedì 30 dicembre 2010

Nuove dipendenze.

Cosa sono le nuove dipendenze?  vuoi maggiori informazioni su internet addiction, la dipendenza affettiva, lo shopping compulsivo? 
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lunedì 27 dicembre 2010

Teoria dell'Attaccamento

Cos'è la teoria dell'attaccamento?
Che implicazioni ha nella relazione madre/bambino?

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domenica 19 dicembre 2010

I disturbi d'ansia

Non esiste una vita senza emozioni!
Di queste, fa parte l’ansia, utile all’essere umano come segnale per valutare e prevedere determinati pericoli e quindi aumentare la probabilità di sopravvivenza.

L’ansia rappresenta sostanzialmente una forma di paura; tuttavia mentre si priva paura davanti ad uno stimolo reale, esterno e concreto, come per esempio: un uomo che ci vuole mal menare oppure un cane che ci vuole mordere; l’ansia, invece, è una sensazione di allarme che sembra non avere un contenuto ben determinato e quindi molto spesso si prova ansia e non si sa il perché. L’ansia è avvertita come una sensazione di attesa di qualcosa di indefinito e spiacevole, una irrequitezza psichica a volte difficile da definire ed identificare.

L’ansia in condizioni “normali” è un meccanismo adattivo, utile alla sopravvivenza, in quanto consente all’essere umano di essere “maggiormente attento ai pericoli” e quindi di poterli fronteggiare “meglio”.

Tuttavia l’ansia può presentarsi anche in condizioni “patologiche”, ovvero invalidanti, che creano un disagio significativo nella vita dell’individuo…in questi casi si può parlare dei cosi detti “Disturbi d’Ansia”,

I disturbi d’ansia rientrano nell’area nevrotica. In tale area si rilevano tutti quegli stati in cui è presente un conflitto tra gli stati intrapsichici che è determinato dall’irrompere di pulsioni rimosse perché ritenute pericolose. Il soggetto attraverso la sintomatologia ansiosa trova un soddisfacimento parziale ed indiretto della pulsione;  una sorta di compromesso con il quale il soggetto mette in atto meccanismi difensivi, che altro non sono che espressioni mascherate e sostitutive delle pulsioni.

Nell’ambito nevrotico l’esame di realtà del soggetto ed il funzionamento dell’Io sono prevalentemente conservati. L’Io ha un buon livello di integrazione ed è in grado di svolgere abbastanza efficacemente le sue funzioni, riesce infatti a mediare con la realtà ed ad inviare al soggetto una immagine congruente di se stessa. È rilevabile, tuttavia, una sofferenza cosciente, in quanto la persona è consapevole dei propri disturbi.

I disturbi d’ansia rientrano nella sfera nevrotica, quindi l’Io del soggetto continua a svolgere le sue funzioni anche se con difficoltà ed il rapporto con la realtà appare mantenuto. 
In tali casi specifici l’ansia è espressione di un conflitto interno, che andrà in seguito rielaborato; essa rappresenta come un campanello di allarma che avvisa il soggetto di un pericolo imminente.

Riferendosi al DSM-IV – TR nei disturbi d’ansia si possono rilevare:
  • Attacco di panico
  • Agorafobia
  • Disturbi di panico senza agorafobia
  • Agorafobia senza anamnesi di disturbo di panico
  • Fobia specifica
  • Fobia sociale
  • Disturbo ossessivo – compulsivo
  • Disturbo post traumatico da stress
  • Disturbo acuto da stress
  • Disturbo d’ansia generalizzato
  • Disturbo d’ansia dovuto ad una condizione medica generale
  • Disturbo d’ansia indotto da sostanze
  • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

giovedì 16 dicembre 2010

"La pragmatica della comunicazione umana" - Paul Watzlawick

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mercoledì 15 dicembre 2010

La Psicosomatica

Si può realmente pensare a corpo e mente come ad entità separate?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe partire da un assunto fondamentale: l’essere umano è da comprendere all’interno di un ottica biopsichica.

Al fine di comprendere meglio tale affermazione sarebbe utile citare una frase contenuta nelle più recenti edizioni del DSM, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali utilizzato a livello internazionale, “C’è molto di fisico nei disturbi mentali e molto di mentale nei disturbi fisici”. Vi è quindi un forte nesso tra fattori psichici e fattori biologici!

Pensiamo magari in quante numerose occasioni malattie fisiche si ripercuotono poi anche a livello psicologico nella vita di tutti i giorni. Viceversa la ricerca scientifica ha cercato di dimostrare come siano altresì riscontrabili delle correlazioni tra malesseri psicologici e malattie somatiche. Spesso, infatti, stress, ansia e depressione possono condurre a malattie di interesse prettamente medico come disturbi gastrointestinali o cardiovascolari.

Sebbene la psicosomatica, nasca più di due secoli fa, forse solo attualmente sta riscontrando un “maggiore successo”.
Nodo centrale di tale disciplina è il sottolineare come dei malesseri di natura psichica possano poi emergere anche attraverso dei malesseri di natura fisica.

Risulta doveroso guardare la “psicosomatica” da un duplice punto di vista. In primo luogo, osservando il suo oggetto di studio. Esso è molteplice. Ingloba al suo interno non solo le cosidette “psicosomatosi”, ovvero tutte quelle patologie di interesse medico per le quali il fattore psicologico diviene una causa rilevante; ma anche i cosidetti “disturbi somatoformi” dove il conflitto psichico viene spostato  ed agito sul corpo, appunto sul soma, assumendo svariate forme, quali per esempio il disturbo di somatizzazione.
Soggetti affetti dal succitato disturbo presentano una storia di molteplici problemi fisici iniziata prima dei 30 anni e di durata di almeno due anni nei quali si sono sottoposti a numerosi accertamenti medici che gli hanno creato un disagio clinicamente significativo e la menomazione del funzionamento sociale o lavorativo. I sintomi dolorosi possono essere inerenti a diverse aree corporee, da quella gastrointestinale a quella sessuale ed infine quella neurologica. Tuttavia i  precitati sintomi dopo accurati esami medici non sono spiegabili con nessuna condizione medica pur non essendo prodotti intenzionalmente o simulati dai pazienti stessi.

Un secondo punto di vista con il quale approcciarsi alla psicosomatica è rappresentato da quella particolare sensibilità della disciplina nei confronti dello studio della dimensione relazionale all’interno del rapporto medico – paziente. Di qui discendono la particolare attenzione rivolta al soggetto malato non solo come paziente ma anche e soprattutto come persona; alle caratteristiche psicologiche e relazionale presenti nell’intervento di cura; alle aspettative ed a tutta la “morale” correlata alla figura del medico.

In conclusione è possibile affermare che la psicosomatica attualmente ha riscontrato un maggiore successo all’interno del panorama scientifico proprio in virtù della sua visione dell’essere umano come entità biopsicosociale ed dell’importanza attribuita per la genesi di ogni fenomeno patologico alla multifattorialità. 

L’essere umano è quindi inserito all’interno di un contesto biologico, psicologico e sociale nel quale ogni patologia, sia essa di natura prettamente biologica o psicologica, è dovuta ad una complessità di fattori.


domenica 12 dicembre 2010

L'ansia

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sabato 4 dicembre 2010

L'Autostima

Cos'è l'autostima?
Si può aumentare?
Quali sono le strategie?

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Emozioni e dintorni!

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