giovedì 30 giugno 2011

Notizie - Pazzi per la città: attenti allo stress

Posto un articolo interessante tratto dal "Le Scienze" seguente link:
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1348385



PSICOLOGIE E SCIENZE COGNITIVE
Ambiente & stati emotivi

Pazzi per la città: attenti allo stress


Uno studio, condotto utilizzando la risonanza magnetica funzionale, ha mostrato come due distinte regioni cerebrali che regolano le emozioni e lo stress vengano influenzate dalla vita in città
Nascere e crescere in una grande area urbana è un fattore di rischio per disturbi psicologici quali ansia e disturbi dell’umore nel corso della vita, ma finora non esisteva alcuno studio in grado di chiarire la biologia di questa correlazione.

Un nuovo studio internazionale guidato da Jens Pruessner del Douglas Mental Health University Institute colma ora questa lacuna, mostrando come due distinte regioni cerebrali che regolano le emozioni e lo stress vengano influenzate dalla vita in città.

“Precedenti studi avevano mostrato come il rischio di ansia è del 21 per cento maggiore per le persone che vivono in città, che hanno anche un rischio di disturbi dell’umore maggiore del 39 per cento”, ha spiegato Pruessner. “Oltre a ciò, l’incidenza della schizofrenia è quasi doppia nella popolazione nata e cresciuta in città. Si tratta di cifre che destano preoccupazione e la determinazione della biologia sottesa al disturbo è il primo passo per porre rimedio a questo trend”.

Pruessner e colleghi hanno studiato - grazie al protocollo “Montreal Imaging Stress Task” (MIST) da loro stessi sviluppato e basato sulla tecnica di risonanza magnetica funzionale - l’attività cerebrale di un gruppo di volontari in salute vissuti in aree sia urbane sia rurali. 

L’analisi dei dati raccolti ha mostrato come la vita in città fosse associata a una più intensa risposta di stress dell’amigdala, un’area del cervello coinvolta nella regolazione emotiva e nell’umore. Inoltre, l’essere cresciuti in un contesto urbano è risultato associato all’attività della corteccia cingolata, una regione coinvolta nella regolazione degli stati affettivi negativi e dello stress.

“Questi risultati suggeriscono come differenti regioni cerebrali siano sensibili all’esperienza di vivere in città per diversi periodi nel corso della vita”, ha concluso Pruessner. “Occorreranno ulteriori studi per chiarire la correlazione tra psicopatologia e stati affettivi in soggetti con disturbi mentali e salute in generale. Questi risultati contribuiscono a migliorare la nostra comprensione dell’ambiente urbano come fattore di rischio per i disturbi mentali e la salute in generale. Oltre a ciò, si tratta di un punto di partenza per arrivare a un nuovo modello dell’interfaccia tra sicenze sociali, neuroscienze e politiche sociali per rispondere ai problemi sanitari connessi ai fenomeni di urbanizzazione”. (fc)


sabato 18 giugno 2011

Notizie - I pettegolezzi fanno bene al cervello


Riporto un articolo molto interessante di cesare peccarisi tratto da "il corriere.it"

L'articolo è reperibile al seguente link:


Le persone di cui abbiamo sentito parlar male aumentano il nostro livello di attenzione e ci tengono lontani dai guai

L'arte del pettegolezzo farebbe bene al cervello
L'arte del pettegolezzo farebbe bene al cervello
MILANO - Uno studio delle Università di Boston, della California e di Harvard pubblicato su Science ha scoperto che il tanto deprecato gossip, cioè l’arte dei pettegolezzi, delle indiscrezioni e degli scoop scandalistici ha in realtà uno scopo socialmente utile che va ben oltre quello dello «spettegolamento»perchè serve a tenerci lontani dai guai facendoci individuare eventuali nemici. I ricercatori hanno infatti dimostrato che il nostro livello di attenzione aumenta inconsciamente nei confronti delle persone di cui abbiamo sentito parlar male. La dimostrazione è stata ottenuta tramite il cosiddetto test di rivalità bioculare in cui si mostrano contemporaneamente ai due occhi due immagini differenti verificando quale resta più impressa. 

LO STUDIO - Ad alcuni volontari sono state mostrate facce di personaggi notoriamente negativi nell’occhio di un lato, alternate a volti neutri o positivi mostrati all’occhio controlaterale. Tutti i partecipanti hanno ricordato con più facilità le facce delle persone con una fama negativa. In un esperimento successivo i volontari potevano guardare in un apposito stereoscopio un volto oppure oggetti neutri (una casa) o positivi (una gustosa pietanza), scegliendo su cosa indirizzare l’attenzione. Anche in questo caso un volto notoriamente negativo otteneva un tempo di attenzione più lungo rispetto a quelli neutri o positivi, a prescindere dal tipo di oggetto accoppiato nella visione. I ricercatori sottolineano come abbiano intenzionalmente usato volti grossomodo simili dal punto di vista estetico, ma evidentemente il gossip riesce comunque ad alterarne la percezione, facendoli apparire poco affidabili. Resta da considerare il valore di questo meccanismo quando ci allerta emotivamente nei confronti di chi è stato inopportunamente gossippato...
Cesare Peccarisi
15 giugno 2011

lunedì 13 giugno 2011

Qualche sito utile - Speciale Autismo.it

Al seguente link:



vi è un sito molto interessante sull'Autismo. Potrete trovare informazioni relative ad una definizione del problema ed ad varie metodologie di intervento.

giovedì 9 giugno 2011

Notizie - Sbalzi d'umore e voglie: "Sindrome da gravidanza" per un papà su quattro


Posto un articolo interessante di Miriam Cesta tratto da salute24.ilsole24ore.com


Lei è in dolce attesa, e ad avere sbalzi d’umore è lui: 1 futuro papà su 4 durante la gestazione della compagna sperimenta cambiamenti fisici ed emotivi tipici della gravidanza. È quanto emerge da un’indagine realizzata dall’azienda Pampers, leader nella produzione dei pannolini per bambini e neonati, che ha visto coinvolti 2.000 uomini di età compresa tra i 16 e i 65 anni.

Dal sondaggio è emerso che, se un futuro papà su 4 soffre di sbalzi d’umore, più della metà - il 56% - sperimenta un maggiore istinto di nidificazione, come la necessità di riordinare e di sistemare casa e cameretta in attesa dell’arrivo del piccolo. Il 10% degli intervistati ha dichiarato di avere voglie di cibi strani o assortiti in modo originale - come insalata di pomodori e arance - mentre l’8% ha affermato di sentirsi più emotivo, e di arrivare a piangere quasi senza motivo. Il 6% ha affermato di avvertire persino uno strano mal di stomaco mattutino, mai percepito prima, del tutto simile alle nausee sperimentate dalle donne in dolce attesa.


Secondo l’ostetrica Mary Steen del Royal College of Midwives (Regno Unito) questo accade perché gli uomini oggi sono più partecipi della gravidanza della propria compagna, sono più attenti alle esigenze femminili in un momento così delicato e partecipano a ogni fase dell’attesa, dal concepimento ai corsi pre-parto: “Molti uomini accompagnano le loro compagne a fare le ecografie e sono più propensi rispetto al passato a frequentare corsi prenatali - spiega Steen -. Gli uomini così vengono coinvolti di più, riescono a costruire un legame emotivo più forte con il bambino e a saperne di più sulle emozioni che la propria partner sperimenta”.

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