venerdì 22 luglio 2011

Paura: leoni VS pecore



La paura: una intensa emozione derivata da una percezione di pericolo reale o supposto. 

Essa, utile per la nostra sopravvivenza, insorge ogni qual volta si presenta una possibile minaccia alla nostra integrità.

Sebbene sia accompagnata da innumerevoli comportamenti ed indici psicofisiologici, ognuno di noi reagisce diversamente di fronte ad essa.

Alcuni dinanzi ad un pericolo scappano, fuggono; altri, invece, si 
immobilizzano.

Ma perché di fronte ad una stessa emozione proviamo comportamenti così diversi?

Per rispondere a tale quesito è utile sottolineare il ruolo chiave svolto dall'ossitocina.

L’ossitocina è un ormone peptdico prodotto dai nuclei ipotalamici e secreto dalla ipofisi. Esso svolge un ruolo cruciale durante il parto, nello sviluppo delle comportamenti sociale e nel controllo dell’ansia.

In seguito a degli studi condotti da ricercatori svizzera sui ratti per comprendere se le  reazioni alla paura potessero variare solo in intensità o anche nella loro tipologia, si è scoperto quanto segue.

I ricercatori hanno visto che specifici gruppi di neuroni nell'amigdala controllano ciascuno una specifica componente della reazione dell'animale di fronte ad uno stimolo che lo spaventa, in particolare la tendenza all'immobilizzazione o l'aumento della frequenza cardiaca. E hanno osservato come l'ossitocina sia in grado di diminuire la reazione di paralisi, senza influenzare la frequenza cardiaca. 

Iniettando ossitocina, in pratica, l'animale tende a immobilizzarsi molto meno. Si comporta esteriormente come se non avesse paura, ma se si esaminano le sue reazioni fisiologiche, si vede invece che il suo cuore batte velocemente, classico sintomo dello spavento. Quindi è' possibile, tramite l'ormone, influire su una determinata componente, lasciando inalterate le altre, come, appunto la frequenza cardiaca. 

Quindi, quale la differenza tra i “leoni”, che dinanzi ad un pericolo aggrediscono, e le “pecore” che invece rimangono immobilizzate?

La differenza potrebbe essere dunque a livello dei recettori dell'ossitocina, che, se sono più attivati, rendono più coraggiosi.

I risultati della ricerca condotta in Svizzera potrebbero aprire prospettive interessanti a livello clinico per i disturbi di ansia, gli attacchi di panico o i disordini post-traumatici, portando a sviluppare farmaci più mirati, che potrebbero "agire sul comportamento, lasciando intatto il 'sentimento' di pericolo.

Per ulteriori approfondimenti si consiglia il seguente link:

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