giovedì 17 febbraio 2011

Notizie - Così il sesso "spegne" l'aggressività. I due istinti nella stessa area cerebrale.

Notizia tratta da La Repubblica.it


Una ricerca pubblicata su Nature ha localizzato la zona del cervello in cui i neuroni "attaccabrighe" convivono con quelli del sessualità. Gli scienziati sono riusciti a scatenare artificialmente il comportamento violento delle cavie attraverso "scariche" di luce blu che però non avevano alcun effetto durante l'accoppiamento

di ADELE SARNO
ROMA - Il sesso riesce a "spegnere" l'aggressività. E il collegamento tra questi due istinti, all'apparenza distanti, si nasconde nel cervello. La scoperta si deve a un gruppo di ricercatori americani che per la prima volta ha individuato il luogo dove risiedono i neuroni responsabili del comportamento aggressivo. In particolare, secondo lo studio pubblicato su Nature 1, questa popolazione di cellule 'attaccabrighe'  è localizzata nell'ipotalamo ventromediale, quella piccola zona del cervello che ospita anche i neuroni che governano la sessualità. La ricerca, per adesso, è stata condotta sui topi, ma l'ipotalamo e le sue suddivisioni sono universali, per cui è molto probabile, dicono i ricercatori, che i collegamenti riscontrati nei topi si ritrovino identici anche nell'uomo.

Durante la prima parte della ricerca, Dayu Lin, David Anderson e i colleghi del California Institute of Technology (Caltech) di Pasadena hanno identificato la zona del cervello responsabile dei comportamenti violenti. Sono partiti da studi precedenti che avevano localizzato genericamente l'area dell'aggressività nell'ipotalamo. E lo avevano fatto grazie all'elettrostimolazione sul cervello dei gatti e dei ratti. Per individuare con maggior precisione il vero centro dell'aggressività, Lin e Anderson hanno monitorato l'attività cerebrale dell'ipotalamo delle cavie durante una serie di "scontri" programmati dai ricercatori stessi. Un tag luminoso faceva emergere le zone più attive. "Sorprendentemente sia durante il sesso sia nei combattimenti - spiegano gli studiosi - si attivano i neuroni di una regione chiamata ipotalamo ventromediale (Vmh)".

E' su quest'area che i ricercatori si sono quindi concentrati per comprendere le basi del comportamento aggressivo. L'indagine ulteriore è stata portata avanti servendosi dell'optogenetica, un metodo che abbina tecniche di rilevazione sia ottiche che genetiche e consente non solo di misurare le varie aree cerebrali, ma anche di "manipolare" artificialmente i circuiti neuronali all'interno di cervelli intatti di mammiferi e di altri animali, provocando reazioni in un tempo nell'ordine dei millisecondi. 

I ricercatori hanno dunque introdotto nel cervello degli animali un gruppo di geni che li rendesse sensibili alla luce blu. Poi hanno messo degli elettrodi sul cranio delle cavie per 'fotografare' ciò che accadeva nel cervello, mentre queste si accoppiavano o combattevano tra di loro. A questo punto, grazie a una fibra ottica impiantata nel cervello di questi topi, Lin e Anderson potevano "bombardare" questi neuroni e studiare le reazioni così indotte (in pratica, con un flash si trasformava un animale mansueto in violento) nel comportamento degli animali.

I risultati parlano chiaro: quando gli studiosi, attraverso una "scarica" di luce blu, scatenavano i neuroni 
dell'aggressività e nella gabbia c'erano solo topi maschi, questi attaccavano immediatamente i propri simili - animali anestetizzati o castrati - ma anche oggetti inanimati. Se invece l'esperimento si ripeteva in presenza di femmine nella gabbia, il comportamento era lo stesso solo in partenza: l'aggressione mutava rapidamente nell'atto sessuale e soprattutto diventava impossibile innescare artificialmente l'istinto violento mentre gli animali si stavano accoppiando. "Sembravano essere rapiti dal sesso - hanno detto gli studiosi - , erano chiusi nel loro mondo e non reagivano ad alcun impulso. Tuttavia, l'attivazione del circuito di aggressione nel maschio post-coito provocava di nuovo un attacco rapido sulla femmina".

"Il nostro studio  -  dicono Lin e Anderson  -  suggerisce l'esistenza di un legame tra il sesso e l'aggressività. Questo groviglio di circuiti cerebrali è il modo che usano i topi per gestire i propri rapporti sociali. Il desiderio e il sesso sopprimono i comportamenti violenti, mentre in presenza di uno soggetto 'sconosciuto' si attivano le reazioni che servono all'animale per proteggere se stesso da un invasore di sesso maschile".

(10 febbraio 2011

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