lunedì 29 novembre 2010

Lo Psicologo: questo sconosciuto!

Nel recente panorama sociale si va sempre maggiormente incontro ad un ampliamento ed ad un maggiore incremento dell’interesse rivolto verso il mondo della psicologia e del benessere psicologico. Tuttavia, purtroppo, parallelamente a questo scenario “confortante” se ne presenta un altro che, al contrario, si può definire preoccupante: sono presenti sempre più stereotipi ed disinformazione relativa al mondo della psicologia.

All’interno della società odierna si è attualmente circondati, difatti, da molteplici pregiudizi. Prima tra tutti e forse maggiormente esplicativa del clima culturale e sociale è l’affermazione “lo psicologo è il medico dei matti”. Altrettanto disinformativi ed erronei sono i paragoni che spesso si sentono e che relazionano lo psicologo ad un amico, un confidente, un prete, etc etc.

E’ presente inoltre notevole confusione in merito alla stessa figura dello psicologo; difatti sorgono spontanee domande quali: 

Cosa caratterizza tale professione? 
Cosa la differenzia da altre categorie professionali di cui si sente spesso parlare, come lo psichiatra? Il neuropsicologo? Lo psicoterapeuta? O addirittura una figura emergente nel odierno panorama che è quella del counselor?

Rispondere a queste domande, sebbene difficoltoso, risulta essere forse il primo obbligo morale di chi segue tale professione, in virtù dell’importanza attribuibile ad una corretta ed esaustiva informazione relativa a tematiche psicologiche.

Tentiamo in primo luogo di rispondere alla domanda centrale: Chi è lo psicologo?

Citando la legge 56/89 “Ordinamento della professione di psicologo” vediamo che “la professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”. Quindi concretamente lo psicologo opera professionalmente per favorire e sostenere il benessere psichico attraverso svariati strumenti e tecniche specifiche, quali ad esempio: l’ascolto empatico, la comunicazione e scientifici strumenti psicodiagnostici.

Discende un ulteriore domanda: Quale è la formazione tipica dello Psicologo? Cosa conferisce a tale figura la caratteristica di professionalità?

La risposta a tale quesito consente di distinguere quelle che sono le caratteristiche distintive dello psicologo, che poi lo differenziano da altre figure non professionali a cui è spesso equiparato come amici, confidenti, guide spirituali, etc etc. 

Lo psicologo è un Laureato in Psicologia che ha conseguito l’abilitazione alla professione in seguito ad un tirocinio formativo pre e post laurea ed al superamento dell’esame di stato per psicologi. Egli si avvale si strumenti quali i test, l’osservazione ed i colloqui al fine di svolgere il suo intervento, sia esso di diagnosi, di orientamento professionale e/o lavorativo, di sostegno psicologico. Lo psicologo tuttavia non può svolgere automaticamente l’attività di psicoterapia.
Questa ultima affermazione è di cruciale importanza perché ci consente di introdurre una prima ma sostanziale differenza tra la figura professionale dello psicologo e quella di altri professionisti che si occupano della salute mentale; primo tra questi è lo psicoterapeuta.

Lo psicoterapeuta è colui il quale, laureato in psicologia o in medicina, ha conseguito l’abilitazione alla professione di psicologo ed ha seguito un corso di specializzazione quadriennale in psicoterapia tramite cui ha acquisito un ulteriore formazione, didattica e personale, che gli consente di curare i disturbi psicopatologici.

Un’ulteriore differenza da sottolineare è quella tra psicologo e psichiatra; quest’ultimo è laureato in medicina e specializzato in psichiatria; egli si occupa di malattie mentali profonde e si situazione di gravissimo disagio (per esempio i raptus violenti ed omicidi, i casi di rischio suicidario,…)psicologico prescrivendo trattamenti di solito farmacologici.

Infine si tenterà di rispondere ad un ultima, ma non per questo meno importante domanda: Cosa fa lo psicologo? In cosa consiste la sua attività professionale?

In primo luogo appare doveroso sottolineare che lo psicologo opera professionalmente sempre riferendosi ad un preciso codice deontologico che prescrive le norme di comportamento generali, nei rapporti con l’utenza, nei rapporti con i colleghi ed anche nei rapporti con la società.

E’ stato precedentemente precisato che lo psicologo opera in qualità di specialista per promuovere e sostenere il benessere psichico dell’individuo e per prevenire il disagio psicologico. Ma quando si parla di disagio psicologico? Soffrire di un disagio psicologico non significa “Essere Matti” o “Essere Diversi dagli altri”. 

Soffrire di un disagio psicologico significa soffrire di una serie di sintomi che a volte possono diventare molto più pesante e gravi di quelli di un malessere fisico; significa per esempio essere molto tristi al di fuori di ogni giustificabile causa, essere terrorizzati da qualcosa che tuttavia sappiamo essere innocua,…

Diventa necessario rivolgersi ad uno psicologo, quindi ad un professionista della salute mentale, quando riscontriamo di avere un problema che non possiamo affrontare da soli, quando il malessere finisce per ripercuotersi nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni sociali e/o lavorative, nellla quotidianità.

Ci si può rivolgere ad uno psicologo in tutti quei casi in cui si avverte la necessità di fermarsi un po’ e di trovare uno spazio adatto ed accogliente che consenta di conoscersi meglio, maggiormente in profondità.  Ci si può rivolgere per consulenze e/o sostegno psicologico in tutti quei casi in cui la vita ci mette di fronte a “prove” troppo pesanti e difficili da superare da soli.

Altre situazioni esemplificative possono essere:
Ø  Avvertire la sensazione, la paura di perdere il controllo di se stessi
Ø  Avvertire dei blocchi che ostacolano la propria capacità di agire e scegliere autonomamente
Ø  Avvertire situazioni di disagio, malessere, ansia, non accettazione di se stessi, svalutazione eccessiva
Ø  Sperimentare situazioni di stress ingestibile, di difficoltà della comunicazione, difficoltà di relazione

Si potrebbero riassumere tutte le situazioni all’interno, appunto, della macrocategoria del malessere e del disagio psicologico.

Infine appare doveroso sottolineare come il soffrire di un disagio interiore, psicologico, non sia un sintomo di debolezza, un qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da nascondere e da tenere segreto … ma al contrario richiedere l’aiuto di uno psicologo, professionista della salute mentale, è un atto di grande maturità e responsabilità nel prendersi cura della propria salute e nel migliorare la qualità della propria vita.

Chi Chiede Aiuto Non È Matto, Al Contrario Ha Deciso Responsabilmente E Consapevolmente Di Fare Qualcosa Per Sè.
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